Si tratta di specie ben definita il cotogno è una pianta da frutto distinta da meli e peri.
Il suo frutto, chysómelon ovvero pomo d'oro, ispirò la credenza leggendaria che i pomi di Ercole fossero cotogne. Le mele delle Esperidi raffigurate negli altorilievi del tempio di Zeus, a Olimpia, assomigliano molto alle cydoniae; e al Museo Nazionale di Napoli, nella collezione farnese, Ercole ne tiene tre in mano.
Plutarco riferisce che, secondo un decreto di Solone, la sposa ne doveva mangiare una prima di salire sul letto nuziale affinché la prima nottefosse più gradevole; ma secondo un'altra interpretazione il frutto avrebbe favorito un felice concepimento. Tale credenza gli struhea, di tarda fruttificazione, e i mustea, pille cotogne spesse volte, partoriscano li figlioli industriosi, e di acutissimo ingegno”.
Era ancora viva tra i Serbi all'inizio del secolo scorso l'usanza di gettare una mela cotogna per invitare all'amore.
Era un frutto così amato dagli Arabi da ispirare loro anche poesie.
Plinio che, oltre ai chrysómela, cita anche due altre varietà più piccole, gli struhea, di tarda fruttificazione, e i mustea, più precoci, riferisce che i primi, innestati sul cotogno, avevano prodotto una specie a se stante, la mulviana (Mulvius colui che realizzò il primo innesto), “unica tra le specie nominate a essere mangiata anche cruda e che oggi si usa porre all'interno delle camere di ricevimento o appendere alle statue”.
Dopo Ippocrate e fino al XVII secolo era considerata tra i frutti più salutari e utili, come testimoniano le stesso Plinio e nel Rinascimento alcuni autori, dal Mattioli al Durante, la raccomandavano come antidoto contro gli avvelenamenti. Oggi i frutti sono impiegati sopratutto nell'industria dolciaria, mentre hanno conservato un modesto posto in fitoterapia, come antidiarroici e astringenti.
Si presenta come un piccolo albero deciduo, che può raggiungere i 5–8 m di altezza.
Le foglie alternate, semplici, sono lunghe 6–11 cm, con margine intero, pubescenti (finemente pelose).
I fiori sono bianchi o rosa, con cinque petali, con corolle di 5–7 cm di diametro; la fioritura avviene tardivamente (fine aprile inizio di maggio), e si ha dopo la emissione delle foglie.
I frutti, di colore giallo oro intenso, sono di dimensioni variabili, (a volte molto grandi in alcune varietà) asimmetrici, maliformi o piriformi. La buccia del frutto è fittamente ricoperta di peluria che scompare a maturazione ed è comunque facilmente rimossa. La polpa è facilmente ossidabile (scurisce all'aria), poco dolce ed astringente. I frutti maturano fra settembre ed ottobre.
I semi sono poligonali, numerosi, spesso agglutinati tra loro da uno strato di mucillagine.
È l'unica specie del genere Cydonia. Altre specie in precedenza incluse in questo genere sono oggi attribuite ad altri generi. Tra esse il cotogno cinese (Pseudocydonia sinensis), e alcune specie del genere Chaenomeles.
Data la limitata dimensione propria delle piante di cotogno, governata anche da opportune potature, i cotogni trovano spazio e sono ancora coltivati in orti e frutteti domestici
Usi:
· Il frutto è usato per la preparazione di confetture, gelatine, mostarde, distillati e liquori.
· La condizione di limitata dolcezza della polpa non significa assenza di zuccheri, ma la loro presenza sotto forma di lunghe catene glucidiche, che danno l'effetto soggettivo della scarsa dolcezza; con la cottura, nella preparazione di confetture, e quindi con la frammentazione dei polisaccaridi la polpa assume una dolcezza intensa, e la liberazione di un profumo di miele.
· L'elevato contenuto di pectina produce un veloce addensamento della confettura o della gelatina, limitando i tempi di cottura. In epoca precedente la diffusione dello zucchero raffinato la confettura semisolida di cotogne era con il miele (costosissimo) uno dei pochi cibi dolci facilmente disponibili e soprattutto ben conservabili.
· I frutti venivano anche posti negli armadi e nei cassetti per profumare la biancheria.
· Un liquore a base di cotogna denominato Sburlon viene prodotto nel parmense e in particolare più precisamente nella Bassa vicino a Roccabianca.