HO LETTO PER ME E PER VOI - ISOLA BELLA IL VASCELLO FIORITO

“Nel paesaggio dei laghi c’è una gaiezza quasi forzata, un fisso sorriso di bellezza perenne. Ed è come un complemento di questo atteggiamento che i giardini borromei si giustificano. Sono essi reali? No; ma non lo è nemmeno il paesaggio che li circonda. Sono come tutti gli altri giardini della terra? No; ma nemmeno i monti e le rive che li circondano sono simili alle rive ed ai monti terrestri. Sono i giardini di Armida ancorati in un lago di sogni”, cosi descriveva Edith Warton l’Isola Bella.

Mentre tre famosi architetti californiani in un noto libro la cui traduzione italiana è “La poetica dei giardini”, parlando dell’Isola Bella scrivono: “Questo vascello fiorito, questo traghetto mosso dalla fantasia, è un peana dell’accumulazione: stratifica immagini su immagini sopra alcune rocce affioranti dal lago per farne un giardino completamento improbabile, sovraccarico di una frenetica congeria scultorea; un vascello di pietra di visioni troppo assurdamente sovrabbondanti per essere governato dalla ciurma di Peter Pan”.

Dalla guida storico-artistica che Mauro Natale ha scritto per la famiglia Borromeo, riporto alcuni brani: “ Il giardino ha assunto la sua forma attuale tra il 1631 e il 1671 circa. I lavori presero l’avvio con Carlo III Borromeo che fece eseguire i terrazzamenti del “soprascoglio” su cui fu eretta la spettacolare piramide a terrazze e il livellamento del terreno. A questa prima fase della creazione dell’Isola Bella, tra il 1630 e il 1634 risale quindi l’idea geniale di trasformare l’isola in un palazzo-giardino e quindi l’immagine forte-definitiva dell’isola come isola dei beati o vascello-incantato”.Dopo un periodo di stasi i lavori riprendono nel 1650 con grandi opere di muratura tra cui la grande muraglia che sostiene i giardini verso sud. Dal 1667 con lo scultore Carlo Simonetta cresce il numero delle statue e prende forma il programma iconografico del giardino basato sulla ricorrenza dei motivi araldici come la grande s tatua del Liocorno e una serie di personaggi allegorici e mitologici come il Ticino, il Toce ed il Verbano, le Quattro Stagioni, gli Elementi, Diana e le Ninfe, la Natura e l’Artificio, i tre cerchi intrecciati e la scritta “Humilitas”.

Solo nel 1670 l’assetto generale del giardino è praticamente concluso con la piantagione di cipressi e bossi mentre le aiuole contenevano soprattutto ortaggi.

Ma è all’inizio dell’Ottocento, con Vitaliano IX, che cominciarono ad essere inserite nuove piante esotiche come l’albero di canfora piantato nel 1819 e che ora ha assunto proporzioni gigantesche.

Nei decenni centrali del XVII secolo fu conferito al giardino un aspetto che è molto simile a quello attuale e i giardini funzionano come un grande balcone affacciato sul lago.

La spiegazione che mi sono dato è che l’Isola Bella nasca da un incrocio, o meglio da una sovrapposizione tra il modello del luogo di delizia e quello del teatro allegorico.

Da: Edit Warton;La Poetica dei Giardini, Franco Muzzio editore;
Mauro Natale; G. Giubbini.