VI RACCONTO IL MIO GIARDINO

Amo molto questa cima argillosa di collina, a Canneto Pavese. Qui c’era un vigneto di mio nonno che si è trasformato, in trent’anni, nel giardino della mia anima. Lo scorrere del tempo qui si è materializzato nelle piante, soprattutto le siepi che lo racchiudono, di Lauro ceraso e biancospino, diventate così alte che sembrano inghiottire anche la casa.

Un vialetto di beole che porta dalla strada alla casa, divide il giardino in due parti: quella di sinistra, un po’ in pendio, è ombreggiata ai margini da Aceri campestri, Carpini bianchi e Pini mugni che emergono da una fitta distesa di Vinca maior.

Al centro un grosso ciliegio sovrasta un prato spontaneo che viene tosato oppure no secondo la bellezza delle fioriture spontanee. Vi si è naturalizzato anche il fiordaliso, che fiorisce a lungo in grossi ciuffi anche tra le beole.

Un cilindro di cemento contiene una Spirea bianca, tulipani, narcisi, belle di notte e Kokia scoparia. Una aiuola di rose cespugliose rifiorenti, circondata da grossi ciuffi di Lavanda, mi è servita per “incastrare” un grosso mastello da vino, mimetizzato da due ruote del carretto di mio nonno. Dall’anno scorso è diventato uno stagno strapieno di Myriophillum, con Papiri, Nimphea alba e Giacinto d’acqua.

Sotto il ciliegio altri vasi pieni d’acqua contengono Iris, Ludwigia, Alisma plantago acquatica e Menianthes trifoliata.

Al di là delle rose, verso il vialetto, un fitto bordo di Giaggioli di vari colori, Nascosta tra un Calicanthus invernale e un cespuglio di Berberis atropurpurea, si intravede una fontanella di pietra, in una distesa di Vinca minor in continua crescita. Davanti a casa, due barriere in cemento, quasi completamente ricoperte di edera a foglia piccola “abbracciano” una serie di vasi con Primule, Verbene, Petunie, Plumbago, Nasturzi, Solanum, Lippa citridorsa, Fucsia, Coleus, Agerati, Garofanini cinesi, Bacopa e …. Pomodori. Sulla destra del cancelletto, lungo il vialetto, una fila di rose rifiorenti, rosa intenso (tutte talee fatte da mia madre) si mescolano con Centranthus ruber, Crisantemi coreani e molte altre piante spontanee dalle Linarie alle Euphorbie, alla Nigella damascena, al Geranium sanguineum alla Salvia pratese. Qua e là tra le beole, cuscinetti di Iberis bianca, Saponaria ocimoides rosa, Alissum saxatile giallo e qualche Violacciocca screziata. Ai margini del prato, un Melo sovrasta dei contenitori per il compost, in parte nascosti da una cascata di Jasminum nudiflorum. Li accanto, lungo un vialetto perpendicolare all’altro, un cespuglio di oleandri bianchi e, a ridosso della siepi di biancospino, un tentativo di mini-orto con cetrioli, zucchine e insalata. Oltre il melo, tre piccole aiuole sopraelevate, contengono Coreopsis, Settembrini, Acidanthere e Cosmee. Un altro melo, lì accanto, morto da tempo, è diventato il supporto di una Glicine, fiorita quest’anno per la prima volta in modo “superbo” e superiore ad ogni mia aspettativa. Un po’ più in là grossi cespugli di Agrifoglio mescolati a Rosa canina, Corbezzolo e Pittosforo fanno da sfondo ad un Melograno. Davanti a casa un Acero giapponese, che in autunno diventa rosso fuoco, dà riparo a piante grasse, due Dature, un Gelsomino polianthum e una serie di piantine di cavoli ornamentali invernali che allevo ogni anno da seme. Dentro gli Agrifogli scende un sentierino adiacente alla parte nord della casa, che è quasi impraticabile, stretto com’è tra Lillà, un grosso Viburnum thinus, un Synphoricarpus, un Philadelphus coronarius e tre alberi di mele, ciliegie e amarene. Il suolo è ricoperto da fragole, Senecio virga aurea e rosmarino. Scendendo quetro casa, verso la valle, sovrasta la scarpata una striscia di Giaggioli mescolati a papaveri e azzurre Borragini, limitata da Forsithie e Buddlea bianca. Un pergolato di Polygonum, Bignonia e Caprifoglio porta su un viale che risale verso la strada. A sinistra lo costeggia una bassa siepe di Cotoneaster, piantata su un muretto a secco che, in basso, sarebbe dovuto diventare un “muro fiorito”, purtroppo mai decollato e diventato col tempo una distesa di Ipericum calicinum. Sulla destra del viale, in basso, una rosa bianca a mazzolini, maggiociondoli, un Abete rosso, paradiso delle gazze. Tra un Noccioli e un Pruno giapponese si intravede un altro contenitore di cemento con Scille, Choisia, Gaillardie e Rudbekie. Il suolo è coperto da edere, felci e ciclamini.

Non è facile “farsi carico” di un giardino così ma le sorprese che mi sono riservate ogni giorno sono quasi infinite. Tra colori, profumi, suon i e sapori questo giardino è una festa per tutti i sensi.

 

di Mariarosa Macchi